Non mi capita spesso di parlare della mia regione d’origine, il Lazio, della sua storia, del paesaggio. A parte Roma, il resto del territorio risulta essere parzialmente sconosciuto ai più, mentre con occhio scrutatore riservano grande interesse gli aspetti naturalistici e culturali, densi di storia, tradizioni popolari e culinarie.
Io sono nata e cresciuta in un paesino della provincia di Viterbo, Bassano Romano, in aperta campagna. Una vasta area a nord della capitale che offre molti spunti per un gradevole girovagare alla ricerca di luoghi magici ed appassionanti scoperte di carattere storico ed artistico, come suggerisce anche questo post su cosa non perdere assolutamente nel Lazio del web-magazine Explore di Expedia. Ma andando per ordine, vi voglio ora io raccontare cosa scoprire all’interno del territorio del Viterbese.
La terra dei vulcani
Il territorio compreso fra il Lago di Bolsena e il Lago di Vico è un paesaggio che si stacca dalla tradizione della “Roma trionfante” e del “Lazio papalino”, e che lega invece con il grigio poroso del tufo e della Tuscia, più prossima a valorizzare le terre etrusche e i boschi selvaggi che non gli antichi splendori imperiali. Qui in queste terre di autentica meraviglia naturalistica non ci imbattiamo in acque che sprizzano da monumentali fontane in contesti urbani, ma sgorgano, invece in selvatici ruscelli e torrenti in armonia con la natura. Impariamo a conoscere un Lazio silenzioso lontano dalle vestigia monumentali e dove il bosco è ancora sacro e dove scarne sono le testimonianze del rinascimento e e del barocco.
È il Lazio dei Laghi di origine vulcanica, un paesaggio che si estende per la maggior parte nel territorio Viterbese, ricamato da due piccole catene montuose, i Volsini e i Cimini, e dove immense sono le distese di noccioleti spesso prese da assalto da cinghiali che brancolano nel buio della notte affamati alla ricerca di cibo.
La visita al territorio della provincia di Viterbo
Prima tappa è la città di Bolsena e il suo lago di forma ellittica, il più grande d’europa tra quelli di origine vulcanica. Qui l’ambiente, quasi incontaminato è ricco di attrazioni naturalistiche, e molti turistici vengono in questi luoghi per praticare attività sportive come canoa, windsurf, vela, pesca, e per essere in stretto contatto con la natura grazie al birdwatching e al trekking.
Non mancano trattorie e ristorantini lungo il lago che offrono grande varietà di piatti a base di pesce, soprattutto tinche, lucci, carpe e le famose anguille.
Di notevole interesse storico al centro del paese è il Castello Monaldeschi: tra le sue mura è possibile visitare il “Museo territoriale del lago di Bolsena” dove sono custoditi reperti etruschi e romani.
I BORGHI DEL TUFO
Seconda Tappa è la visita di meravigliosi borghi del tufo:
- Civita di Bagnoregio è la città emblematica che lentamente “muore” isolata sull’altura e costruita di tufo. Punto di riferimento turistico per tutta la Tuscia, il borgo è raggiungibile esclusivamente a piedi e si penetra attraverso la porta di Santa Maria. Girare per le strette vie è un po come passeggiare nella storia, tra case medioevali, portali di basalto, colonne e arcate.
- Sutri, uno dei borghi più suggestivi del Lazio, è nota per il suo Parco archeologico e paesaggistico dove si può ammirare oltre alle necropoli etrusche anche il suo anfiteatro, interamente scavato nel tufo, che domina la via Cassia. Nella Piazza del Duomo di grande interesse è il Museo Palazzo Doebbing, un tempo sede vescovile, oggi luogo di forte attrazione culturale e artistico dove, grazie alle iniziative dell’istrionico sindaco Vittorio Sgarbi, propone periodicamente rassegne culturali e allestimenti di mostre.
- Caprarola, è il comune che abbraccia il lago di Vico, a ridosso del Monte di Venere e circondato da una rigogliosa riserva naturalistica. Qui popolano numerose specie di animali, soprattutto volatili che svolazzano tra canneti e annidano nella fitta faggeta; ecco che possiamo incontrare anatre e aironi ma anche volpi e cinghiali. Caprarola è nota anche per il suo maestoso Palazzo Farnese che si erge a pianta pentagonale, dominando dall’alto il paese. Personalmente ho avuto modo di visitarlo e le sue stanze sono di straordinaria bellezza con affreschi tematici. Curiose e di forte impatto visivo le raffigurazioni geografiche del mappamondo, disegnate e rappresentate secondo i criteri di misurazione dell’epoca rinascimentale.
Il parco dei mostri di Bomarzo
Nei pressi di Bomarzo, sorge nel cuore della Tuscia alle pendici nord-orientali dei Monti Cimini, il cosiddetto Parco dei Mostri. Infatti, al suo interno, una serie di sculture simboliche in pietra realizzate tra il 1552 e il 1580, caratterizzano il glorioso complesso monumentale denominato anche Bosco sacro. qui troviamo:
- il Mascherone raffigurato con la bocca spalancata e l’aspetto demoniaco, cosi come l’orco che mostra le sue fauci, forse una rappresentazione simbolica della porta dell’ade;
- poi è la volta del Drago assalito da un leone e da un cane;
- un’altra notevole scultura è l’Elefante da battaglia che stritola e solleva un guerriero;
- infine, la Casa pendente che incute paura e vertigini non solo all’esterno ma anche all’interno dove tutto è costruito per dare il senso di capogiro.
Nel comune di Mazzano Romano poco sotto Nepi, sono le Castate di Montegelato ad incantare il visitatore: si tratta di un complesso naturalistico di raffinata bellezza, non a caso è location ambita da numerosi registi per girare scene di film. Si tratta di un luogo magico da visitare soprattutto nelle stagioni primaverili ed estive dove rigogliosa si manifesta la vegetazione e la fauna comincia a pullulare.