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La Befana. Origini, tradizione e cosa mettere nella calza

cosa mettere nella calza della befana

Il 6 gennaio è il giorno dell’Epifania “che tutte le feste si porta via”. Ogni regione ha le proprie usanze e leggende, ma la figura più popolare, che meglio incarna questa ricorrenza, è la Befana. Gobba e con il naso aquilino, la vecchietta “che vien di notte, con le scarpe tutte rotte” non è così bella e rassicurante come il panciuto Babbo Natale. Eppure lei arriva a cavallo della sua scopa magica per portare i regali ai bambini buoni.

L’Epifania è un’ultima occasione per scambiarsi piccoli doni e riempire di dolciumi la calza della Befana: la tradizione vuole che i bambini ricevano una calza piena di caramelle e cioccolato, insieme a un piccolo pezzo di carbone dolce per “punire” i piccoli capricci fatti durante l’anno. Anche gli adulti si scambiano le loro calze: in commercio esistono calze preconfezionate per tutti i gusti che però possono essere sostituite con “calze fai da te” da riempire con gadget e piccoli doni, per lui e per lei.

Le origini della Befana

La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni precristiane e si fonde con elementi folcloristici e cristiani.

Una leggenda narra, infatti, che Numa Pompilio, il secondo dei famosi 7 re di Roma, durante il periodo del solstizio d’inverno avesse l’abitudine di appendere una calza in una grotta abitata da una ninfa, Egeria, e l’indomani mattina la trovava puntualmente piena di dolciumi, biscotti, frutta secca e fave, ma anche di ammonimenti e profezie.

Secondo un’altra leggenda, risalente invece al XII secolo, i Re Magi non riuscendo a trovare la strada per Betlemme chiesero informazioni a una vecchietta che sgarbatamente si rifiutò di aiutarli. In seguito, la donna si pentì di tale azione e dopo aver preparato un sacco pieno di dolci si mise a cercarli fermandosi a ogni casa e donando le sue golosità a tutti i bimbi che incontrava, nella speranza di trovare il bambin Gesù. Da allora questa vecchietta nella notte tra il 5 e il 6 gennaio girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini per farsi perdonare.

La Befana al tempo dei nostri nonni

Negli agli anni ’60 nelle famiglie italiane era la befana a portare, nella notte dell’Epifania i doni ai più piccoli. Babbo Natale, invece era un’usanza più comune nel Nord Europa.

Ai tempi dei nostri nonni, nelle case si attendeva la Befana attaccando al camino una calza che le mamme e le nonne avevano lavorato ai ferri con avanzi di lana colorata.

Ma non tutti i bambini usavano appendere le calze per la Befana. Alcuni invece che le calze, mettevano bene in vista delle belle scarpe o degli stivaletti. La Befana, si sa, ha sempre tanti buchi nelle scarpe, così avrebbe potuto prendersi quelle nuove e lasciare in cambio i suoi doni. Se invece non ne aveva bisogno, lasciava le scarpe al loro posto riempiendole di leccornie.

Nella calza i bambini buoni trovavano mandarini, arance, noci, caramelle, qualche dieci lire, uno o due pacchettini di wafer, nocciole, caramelle, arachidi, fichi secchi, qualche cioccolatino. Inoltre alle bambine venivano regalate bambole di pezza fatte dalla mamma o dalla nonna e ai i maschietti costruzioni in legno fatte dai papà o dal nonno. Per i più poveri la calza veniva riempita con delle mele e per i più cattivi non mancava mai il carbone, non quello dolce, ma quello vero, insieme cenere, cipolla, aglio e carote. Quindi dovevano essere buoni per almeno due mesi prima della festività per non avere l’amara sorpresa.

In gran parte si trattava di doni legati al mondo agrario proprio perché lì affondano le radici della festa della Befana: nell’antichità pre-cristiana, tra il 5 e il 6 gennaio, si celebrava la morte e la rinascita della natura. I Romani erano convinti che, nelle dodici notti che separavano il solstizio d’inverno da questa ricorrenza, fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri.

Perché proprio la calza?

La calza della befana nasce dall’unione di due esigenze: le calze di lana, che venivano fatte a mano dalle nonne, erano non solo degli ottimi indumenti contro il freddo ma anche dei contenitori elastici e malleabili, capaci di contenere più dolciumi possibili.

Come riempire la calza della Befana oltre ai dolciumi

I bambini di solito amano i dolci ma per diversi motivi si può scegliere di sostituire cioccolata e snack con piccoli regali. La scelta deve essere ponderata in base all’età, facendo attenzione che i giochi siano atossici e certificati. Ecco alcune idee:
– Un peluche
Una scatola di colori
– Un pupazzetto Lego
– Una macchinina
– Una bambola
– Un videogioco
Un libro da colorare
La pasta da modellare
– Le figurine per l’album

La Befana. Origini, tradizione e cosa mettere nella calza

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