Ai primi di maggio ho deciso di lasciarmi alle spalle definitivamente il grigiore dell’inverno prenotando una spensierata vacanza in un incantevole posto esotico: le isole Canarie, e precisamente Lanzarote terra di origine vulcanica a nord di Fuerteventura.
Partiamo alle ore 6:00 con un volo Easyjet da Malpensa che ci dà il benvenuto a bordo e l’augurio di una piacevole e rilassante vacanza. Ed è proprio così, atterrati dopo un volo di circa 3 h e 30 min. un taxi ci porta nella zona sud dell’isola dove soggiorneremo per 5 giorni.
L’arcipelago spagnolo ci accoglie con il suo fascino paesaggistico tropicale, circondato dall’oceano atlantico e distante un centinaio di km dalla sponda africana del Marocco. L’impatto visivo è sorprendente; tra cactus, palme, e piante di aloe si estende la Playa Blanca incorniciata da un percorso pedonale suggestivo pieno di negozi di abbigliamento, boutique, e ristoranti tipici a menu a base di pesce.
La struttura alberghiera (Hesperia Hotel Playa Dorada) che ci ospita è una perla tra le rocce vulcaniche, con piscine circondate da palme sentieri che portano alle dependance dove c’è la nostra camera. Un centro benessere ben attrezzato e due ristoranti uno a buffet e l’altro alla carta si distinguono entrambi per il loro stile e fascino, il buon gusto delle pietanze e la cordialità del personale.
I servizi offerti sono eccellenti a partire dallo staff di animazione e dalle serate di intrattenimento con balli danze canti, giochi acrobatici dove vengono coinvolti simpaticamente anche animali tipici della zona. Pappagalli variopinti infatti sono addestrati per esibirsi in numeri quasi circensi, e poi gufi mostrano lo splendore delle loro ali spiegate. Svolazzano insieme ad aquilotti e i serpenti che posano adagiandosi sulle spalle degli ospiti per foto ricordo.
Le nostre giornate sono trascorse nel più completo relax, in spiaggia e in piscina accarezzati dal vento con il sole tropicale che garantisce un’abbronzatura perfetta mentre si cammina sul bagno asciuga o si gusta un aperitivo al chiosco in riva al mare gioiosamente in compagnia.
Lanzarote, un’isola insolita da scoprire
Le escursioni poi non sono mancate. Andare alla ricerca avventurosa di nuovi luoghi è la nostra passione. Noleggiare un’auto è facilissimo ed economico (il carburante costa meno di 1 euro al lt) ed è il modo migliore per spostarsi e visitare l’isola.
Prima tappa le saline di Janubio, che sono una fonte importante per l’economia del paese e dell’arcipelago delle Canarie, sono di gran pregio e definiscono un paesaggio umano di alto valore architettonico e culturale. Affascinanti sono i tramonti quando il sole si specchia nelle pozze dove evapora l’acqua e produce un gioco di colori e sfumature di incredibile bellezza, un’attrazione irresistibile per l’obiettivo della macchina fotografica.
Seconda tappa le grotte di Los Hervideros dove il mare si infrange con frastuono. I piccoli sentieri e i percorsi guidati ci hanno permesso di gustare l’irruenza delle onde che quasi sembrano fuoriuscire sbattendo sulle rocce.
Proseguiamo l’escursione in direzione del Parco Nazionale del Timanfaya, ubicato nella parte ovest dell’isola. Prima di arrivare alla Montagna del Fuoco, si può fare un’escursione di 20 minuti sul dorso di un cammello.
Con l’auto siamo arrivati ad un casello dove abbiamo pagato il biglietto di ingresso che include il tour con il bus, poiché è vietato visitare il parco da soli sia a piedi che con mezzo proprio.
Il tragitto dura circa 40 minuti durane il quale vengono date spiegazioni in varie lingue (inglese, spagnolo e tedesco). Non è possibile scendere lungo il percorso, per motivi di sicurezza, ma l’autista fa alcune soste affinché i passeggeri possano godersi al meglio il paesaggio e facilitare le riprese con macchine fotografiche e smartphones.
Il parco di Timanfaya è spettacolare per la sua crudezza: a dominare sono le sfumature di colore nero antracite e marrone del terreno e delle rocce laviche. E poi c’è il ristorante “ El Diablo” che sfrutta il calore geotermico (450 gradi) del vulcano per la cottura di carne alla brace. È stata creata nei pressi dell’edificio un’apertura nel sottosuolo dove una griglia in pietra è utilizzata per la cottura dei cibi. Davvero incredibile.
La vegetazione spontanea è caratterizzata da arbusti, piante grasse (cactus nella fattispecie) e palme. Il clima tropicale con scarse piogge e il terreno roccioso di origine vulcanica non garantiscono lo svilupparsi di altro tipo di vegetazione, l’agricoltura e l’allevamento sono praticamente inesistenti. L’unica peculiarità è la produzione di vino nel cuore dell’isola a ridosso delle colline vulcaniche. Il paesaggio brullo è sfruttato per creare delle piccole isolette in pietra dove la vite cresce riparata dal costante vento e si sviluppa concentrica a un’altezza non superiore ai 30 cm. Per la maturazione dei chicchi d’uva la pianta sfrutta il calore del terreno vulcanico.
Una piccola isola in un grande arcipelago tutta da vivere e scoprire.